Soddisfatto per la sua Africa Eco Race e per la performance della Africa Twin, Paolo Ceci si racconta appena rientrato in Italia.
“Sono molto soddisfatto di aver partecipato a quella che si può definire la vecchia Parigi-Dakar; una corsa molto dura e selettiva con pochi chilometri di trasferimento e tanti di prove speciali. Settori selettivi molto impegnativi e molto lunghi con spesso partenza in speciale direttamente dal bivacco ed arrivo al bivacco successivo. Il Marocco sempre “scassabraccia” con le sue distese infinite di pietre e con tanta navigazione, la Mauritania per me alla prima volta un territorio estremamente ostico con una sabbia inconsistente e soffice al punto da inghiottire totalmente la moto fino al serbatoio, ancora di più se alla guida di una bicilindrica da oltre 200 kg. Una gara vera, con un’ottima organizzazione e il sapore autentico dell’avventura”.
“Sensazioni molto diverse dalla Dakar Sudamericana, senza nulla toglierle, soprattutto quando ti trovi solo lì davanti nel nulla più assoluto a disegnare traiettorie sulle infinite distese sabbiose del deserto sahariano. Ho avuto con me un team straordinario composto da persone uniche ed instancabili. Mia moglie Sara, fondamentale per me averla sempre al mio fianco, che si è occupata di ogni particolare per rendere le nostre giornate meno complicate e faticose oltre ad essere il centro della comunicazione tra africa ed Italia. Lele, il mio meccanico e miglior amico, prima di tutto una grande persona e poi un meccanico insostituibile con sempre un’idea brillante nel “cilindro”. Oltre ad essere un meccanico bravissimo e professionale, non si da mai per vinto e riesce a trovare sempre una soluzione a qualsiasi tipo di problema, cosa fondamentale in gare di questo tipo ed ancor di più quando corri con una moto tutta nuova ed in pieno sviluppo. Alessandro, il meccanico del mio compagno di team Walter Dalmasso, che si è prodigato per aiutare Lele ogni volta fosse necessario facendo le ore piccole quasi tutte le notti. Walter che purtroppo ha finito anzitempo la sua gara e seppur infortunato è rimasto con noi insieme alla sua compagna Marisa per studiarsi a fondo la gara perché il prossimo anno tornerà ancora più determinato”.
“Ma parliamo della vera protagonista, la Honda Africa Twin Rally. Una moto che ci ha fatto perdere tante tante ore di sonno per renderla competitiva e vincente nella fase di preparazione, ma che ci ha dato anche tante soddisfazioni e le 3 vittorie di tappa ne sono la dimostrazione. In tanti probabilmente non avrebbero mai immaginato che con una bicilindrica da 210 kg a secco si potesse competere con moto nate per i rally ma la nostra determinazione è stata premiata e solo un banale inconveniente ci ha tolto la gioia di salire sul podio. Volevo e sono riuscito insieme al mio team a riportare l’Africa Twin a Dakar”.